Ambivalenza delle frontiere
«L’ uomo è organizzatore dello spazio», scriveva negli anni Settanta del Novecento l’etnologo André Leroi-Gourhan1 , esprimendo con queste poche ed incisive parole una delle caratteristiche culturali più evidenti nell’umanità di tutti i tempi: dare ordine all’esistente ispirandosi, innanzitutto, a criteri spaziali. A ben guardare, lo spazio è lo scenario unificante per eccellenza, scelto da noi uomini come criterio operativo tutte le volte che ci proponiamo di dare ordine alle cose che ci circondano, in special modo quando esse appaiano collegate da relazioni fisiche o culturali.
Democrazia e poteri
Da diverso tempo la nostra democrazia appare affaticata, incurvata dal peso di una serie di dinamiche culturali, sociali, politiche e istituzionali che rischiano di metterne in discussione la capacità di tenuta. Nel suo complesso, e malgrado significative e non rare eccezioni, la classe politica appare sempre più autoreferenziale e sempre meno attenta alla grammatica istituzionale.
L’uso politico della religione
Una riflessione sull’uso politico della religione e la sua inevitabile strumentalizzazione si rende necessaria in tempi che vedono fenomeni di questo tipo diffusi in tutto il pianeta, al punto da apparire quasi strutturali. Fenomeni che suscitano maggiori attenzioni quando sorgono o si trasformano in movimenti politici che si richiamano esplicitamente alla religione nel loro agire e creano condizioni di chiusura, di conflitto e di esclusione. Con rischi evidenti di frammentazione interna e di destabilizzazione anche internazionale.
Hindutva. Un’ideologia religiosa nel paese di Gandhi
Vegetarianism and Gau Mata: Instrumentalizing Hinduism and Mainstreaming Hindutva
Cultura politica cercasi
La campagna per l’elezione del nuovo Parlamento italiano (settembre 2022) è ormai alle spalle. Ma non sembra superfluo rievocarla, insieme con gli eventi ad essa successivi, perché l’una e gli altri sono rivelatori della non esaltante qualità culturale del quadro politico nazionale – e della classe dirigente che ne è interprete –, da tempo denunciata sia dagli analisti sia dal cittadino medio, a prescindere dalle diverse e legittime posizioni politiche personali.
Sinodo e sinodi
Cieli nuovi e terra nuova
L’eterno nel quotidiano
La riflessione su “l’eterno nel quotidiano” fa i conti con una asimmetria: si dice “quotidiano” ciò che è alla mano, mentre “eterno” esprime una dismisura; l’uno è l’ovvio, l’altro l’inaudito. Nello stesso tempo, avvicinati, i due termini sembrano richiamarsi, rincorrersi, in modo inquieto.
Comunità autorità ministeri
Indagini sociologiche, ma anche percezioni prescientifiche, attestano che il senso della “cosa comune” è andato gradualmente erodendosi negli ultimi decenni, benché in alcune tragiche circostanze riemerga, anche solo per tempi brevi: l’iniziale reazione alla pandemia e alla guerra in Ucraina testimoniano che la solidarietà non è morta.