Editoriale

Quando il corpo parla

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Il nostro corpo è linguaggio. Tutto il nostro corpo. E non basta osservarne dall’esterno i movimenti. Non basta registrare i gesti, descrivere le espressioni o le posture. Il linguaggio del corpo è più profondo di quello che si vede; più sottile rispetto a quello che possiamo osservare o ascoltare. È un linguaggio che tiene insieme interno ed esterno, tempo e spazio, profondità e ulteriorità, immanenza e trascendenza. È un linguaggio eccedente che non si lascia inquadrare, contenere, catturare. Perché il linguaggio del corpo coincide con ciò che noi siamo.

L’Europa che verrà

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In Italia i risultati delle elezioni europee hanno trovato amministrative che hanno interessato più di tremila comuni del nostro paese. Entrambe le tornate elettorali hanno visto la netta prevalenza del centrodestra “a trazione leghista”, la tenuta del Partito democratico e il crollo verticale del consenso al Movimento 5 Stelle. Non senza conseguenze sul piano Ue e sul piano interno.

Non perdere mai la voglia di camminare

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«La domanda cui cercherò di rispondere è la seguente: “Perché gli uomini, invece di stare fermi, se ne vanno da un posto all’altro?”». È questo l’interrogativo che percorre dall’inizio alla fine il singolare libro di Bruce Chatwin Le vie dei canti, romanzo e insieme diario di viaggio (tr. it. Adelphi 1995). C’è una filosofia assai interessante in questo testo che più volte ribadisce l’importanza ineludibile del mettersi in viaggio, di non perdere mai la voglia di camminare. Perché non c’è felicità per l’uomo che non viaggia.

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