Editoriale

L'assurda guerra

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Sempre di più nei nostri tempi si rafforza nell’animo umano la convinzione che le controversie che possono nascere tra i popoli non si devono dirimere con le armi, ma con negoziati e accordi. C’è da dire che questa convinzione nasce, per lo più, dalla terrificante forza distruttiva propria degli attuali strumenti bellici e dal timore di calamità e spaventosi disastri che armi di questo genere provocherebbero.

Attraversare l’incertezza

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Il tempo che viviamo ha diverse sfaccettature, dipende dalle prospettive e dalle sensibilità con le quali lo si guarda. Ce n’è una, forse, più prepotente delle altre: è quella che guarda al tempo come dimensione nella quale tutto ci sfugge di mano, non riuscendo a star dietro alla velocità dei cambiamenti che ci propone. Ogni cosa ci appare fragile e al tempo stesso sproporzionata rispetto alle nostre capacità. Tutta la società così diventa accelerata, popolata da donne e uomini che corrono, si incrociano senza toccarsi, procedono con lo sguardo rivolto a terra.

Guardare, pensare e sentire in grande

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Siate dunque costanti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore» (Gc 5,7). È necessario lasciarsi ammaestrare dalla pazienza del contadino: in autunno inoltrato egli scruta, con sguardo benedicente, l’appezzamento di terreno appena seminato; alla fine dell’inverno, vedendo spuntare il miracolo del seme, attende con serena trepidazione il prezioso frutto della terra; all’inizio dell’estate ammira, estasiato, le messi che biondeggiano per la mietitura.

L’alba di un mondo condiviso

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Ci sono diverse credenze popolari che attribuiscono un ruolo premonitore ai sogni che vengono fatti all’alba. Quando le prime luci del mattino dipingono nel cielo quelle tonalità più calde che avvisano dell’arrivo del sole, pare che la mente suggerisca visioni che anticipano ciò che deve ancora venire.

Voglia di futuro

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Sarà la primavera con i suoi colori e le sue giornate più lunghe, sarà il tepore del sole che finalmente si fa sentire, saranno i tanti giorni passati in casa davanti al computer, le restrizioni così a lungo vissute, l’ansia che ci ha accompagnato; ma c’è nell’aria una voglia di uscire, di tornare a incontrarsi, di respirare; di respirare persino la confusione delle strade, i rumori della vita quotidiana.

A un metro di distanza

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"Stai lontano da me almeno un metro”. Fino ad ora questa espressione esprimeva il fastidio nei confronti dell’altro. Ora stare a un metro di distanza esprime invece l’attenzione nei confronti dell’altro, il prendersi cura di lui, volere che lui stia bene». Così ha esordito il mio viceparroco nella sua prima omelia della fase due in una chiesa che aveva finalmente ritrovato la presenza dei fedeli.
Potremmo partire da qui per interrogarci sul senso delle regole. Limitazione della libertà, disciplina imposta dall’esterno o risposta ad un’interiore esigenza di relazione?

Azione cattolica, tessuto buono per la comunità

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Il 1° novembre 1969, festa di Tutti i Santi, entrava in vigore, in seguito all’approvazione di Paolo VI, lo Statuto dell’Azione cattolica italiana, fortemente voluto da Vittorio Bachelet e mons. Franco Costa come carta di identità di un’associazione profondamente rinnovata, in tutti i suoi aspetti, per adeguarsi allo spirito e alle indicazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Un bene per tutti

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Abbiamo sempre guardato all’esperienza delle Scuole cattoliche interetniche per l’Europa con grandissima ammirazione, oltre che con amicizia. Perché abbiamo sempre avuto ben chiaro, negli anni della guerra e in tutti quelli seguenti, che queste scuole rappresentavano e rappresentano un’esperienza esemplare di Vangelo incarnato nella Storia, nella vita di un popolo. Rappresentano per tutti i credenti di ogni fede una traduzione esemplare di cosa significa in concreto «amare Dio e amare gli uomini».

Quando il corpo parla

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Il nostro corpo è linguaggio. Tutto il nostro corpo. E non basta osservarne dall’esterno i movimenti. Non basta registrare i gesti, descrivere le espressioni o le posture. Il linguaggio del corpo è più profondo di quello che si vede; più sottile rispetto a quello che possiamo osservare o ascoltare. È un linguaggio che tiene insieme interno ed esterno, tempo e spazio, profondità e ulteriorità, immanenza e trascendenza. È un linguaggio eccedente che non si lascia inquadrare, contenere, catturare. Perché il linguaggio del corpo coincide con ciò che noi siamo.

L’Europa che verrà

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In Italia i risultati delle elezioni europee hanno trovato amministrative che hanno interessato più di tremila comuni del nostro paese. Entrambe le tornate elettorali hanno visto la netta prevalenza del centrodestra “a trazione leghista”, la tenuta del Partito democratico e il crollo verticale del consenso al Movimento 5 Stelle. Non senza conseguenze sul piano Ue e sul piano interno.

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