Pensare e generare un mondo aperto*

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La persistenza degli effetti connessi alla pandemia a livello nazionale e globale, connessi in gran parte alla riduzione della mobilità, al contenimento sociale e alla gestione dell’emergenza sanitaria, hanno provocato un ridimensionamento di molte branche di attività economica, fatto riemergere il ruolo e l’importanza dell’intervento pubblico degli Stati e di una gestione lungimirante delle politiche di spesa, messo in allarme sulla potenzialità di nuove forme di disuguaglianza non solo economica ma anche sociale e sanitaria, segnato un punto di non ritorno sulla necessità di forte discontinuità nelle politiche ambientali e nella gestione del cambiamento climatico.

La sostenibilità ambientale e sociale, sintetizzata dalla visione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, è diventata ancora più attuale, così come si rivelano decisive le strategie e le misure di revisione delle politiche europee inaugurate con il Green Deal annunciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Si tratta di un processo complesso, articolato e non scontato, che richiede una profonda revisione non solo della visione e dell’architettura delle politiche comunitarie, ma ancor prima una definitiva archiviazione di un paradigma di politica fiscale e di bilancio pubblico che ha governato brandendo minacciosamente le politiche di rigore ed austerità come unica soluzione per il rilancio dell’economia, attraverso il risanamento dei conti pubblici. Tutto ciò richiede un pensiero politico capace di coniugarsi al futuro, non rassegnandosi alle disuguaglianze, cresciute in modo preoccupante nei primi anni di questo secolo, dando forma ad una globalizzazione iniqua che ha penalizzato persone, comunità, territori, culture locali.

Una sfida che è sul piano ambientale, ma che deve essere governata anche dal punto di vista tecnologico attraverso la promozione di una cittadinanza digitale: una significativa quota degli investimenti previsti dal Next Generation EU (Ngeu) sono destinati all’innovazione digitale delle pubbliche amministrazioni, dei processi e alle infrastrutture necessarie anche per realizzare un risparmio energetico. L’obiettivo della sostenibilità, sempre presente nei documenti di programmazione comunitari, oggi assume un ruolo di traino e di spinta verso una profonda trasformazione della struttura produttiva dei paesi membri e non solo. […]

L’economia verde (green) si riferisce ad uno spettro ampio di attività e settori, ma soprattutto ad una serie di tecnologie trasversali volte a ripensare complessivamente la riduzione della pressione ambientale, ma promuovendo contemporaneamente nuovi ambiti di occupazione e di creazione del valore. Essa riguarda sia il tema dell’efficientamento energetico quanto quello della tutela e promozione della biodiversità, della riduzione dei rifiuti e degli sprechi (particolarmente quelli agricoli e agroalimentari), del controllo dell'inquinamento industriale e relativa mitigazione del cambiamento climatico.  […]

In questa prospettiva trova posto il grande progetto della fraternità, indicato da papa Francesco con grande lungimiranza come matrice generativa di un diverso ordine mondiale, di una politica “migliore”, che ha la meglio sulla finanza corto-termista e sull’economia estrattiva e di istituzioni capaci di governare insieme ai cittadini nella prospettiva di una nuova generatività sociale.

Il mondo «esiste per tutti» (Ft, 118), la sua custodia e cura ridefiniscono il perimetro del bene comune e dell’impegno civile e politico e lo commisurano all’inclusione e alla giustizia sociale (Ls, 225) assegnando così alla politica un rinnovato ruolo prioritario. […]

 

*La versione integrale del testo è stata pubblicata sul numero 1/2021 di Dialoghi.