società

Ordine dal disordine. Una quasi parabola per i nostri tempi

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Non possiamo far finta di nulla. Tutti, chi più chi meno, abbiamo la spiacevole sensazione di vivere un periodo di grande instabilità che, mentre accentua nei singoli un senso di incertezza e di timore, scatena nella società uno stato palpabile di precarietà e di diffusa preoccupazione. La dolorosa ferita inferta dal Covid era ancora sanguinante quando sono sopraggiunti, violenti, gli sconquassi umanitari e socio-economici della guerra in Ucraina.

La dimensione performativa della parole, nell’oggi

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Riflettere sulla dimensione performativa della parola implica necessariamente prendere in considerazione le profonde trasformazioni che i meccanismi della comunicazione stanno attraversando nella società del presente, tali da alterare profondamente le coordinate tradizionali in cui siamo abituati a collocare l’idea stessa dell’interazione tra i soggetti, individuali o collettivi, mediata dall’atto linguistico. Anche per questo aspetto, ritengo si possa parlare di «cambiamento d’epoca», non solo di «epoca di cambiamento», per riprendere la felice espressione di papa Francesco.

Le parole e le cose. Il domani della democrazia

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La parola “democrazia” viene molto usata un po’ da tutti, in politica, nel dibattito culturale, nell’opinione pubblica. Forse non sarebbe male dire qualcosa in margine a questa inflazione del termine. Un elemento balza agli occhi immediatamente. Lo espongo così: fino a che punto quanti ricorrono a questo sostantivo sono consapevoli dei problemi che oggi caratterizzano i sistemi democratici? Proviamo a spiegarci.