a cura di Luca Micelli, a cura di Piero Pisarra, a cura di Enzo Romeo

Informazione e cultura. L’alleanza da ricomporre

Ogni giorno, mentre scorrono sui nostri schermi migliaia di notizie, video e post, è sempre più evidente il divario tra l’informazione mainstream e i saperi – scientifico, tecnico, artistico e letterario – che alimentano la cosiddetta industria culturale. L’informazione punta all’impatto immediato e si trasforma in spettacolo per attrarre click e visualizzazioni, privilegiando l’emozione rispetto al pensiero critico e alla riflessione analitica. La cultura in senso stretto è invece spinta ai margini, relegata alle ultime pagine dei giornali, confinata in ambienti specialistici.

Editoriale

Il lamento non udito della pace

di Piero Pisarra

Mancano ottantanove secondi a mezzanotte. Mentre scrivo, l’orologio dell’apocalisse, il Doomsday Clock, segna l’ora più buia della nostra storia. Da quando fu creato all’Università di Chicago nel 1947, due anni dopo Hiroshima e Nagasaki, il Bulletin of the Atomic Scientists indica con le sue lancette simboliche i pericoli per il pianeta: cambiamento climatico, guerre, pandemie. È buio, «tutti vanno nel buio», come nei Quartetti di T.S. Eliot: «gli uomini di stato e i governanti, / i distinti funzionari, i presidenti di molti comitati». È buio. E noi a chiederci come sia stato possibile. Pensavamo alla guerra come a un evento lontano e improbabile. La fine dei nazionalismi e l’Unione europea sembravano averci messo al riparo dal più crudele e dal più stupido dei giochi. Mai più la guerra, gridavamo nei cortei o alle marce di Assisi, mentre con il resto d’Europa riscoprivamo Erasmo, l’intellettuale dubbioso, laicamente canonizzato e divenuto il santo patrono dell’Unione.

Blog

Giubileo, sulla soglia della speranza

di Vito Impellizzeri

Seduto alla soglia di una delle porte sante aperte verso l'interno delle nostre Chiese, ricordo con un sorriso di coscienza il gesto di Francesco che apriva una porta santa e inaugurava un giubileo fuori tempo nel cuore dell'Africa dentro il suono continuo di morte, il grido di ingiustizia, che producono le armi; guardo con curiosità i volti dei carcerati che vorrebbero poter uscire dalla cappella di un carcere attraverso una porta che riconosca che sono cambiati, che sono degni di una vita tra le strade e le case e non solo tra le celle. Mi fermo a pensare sulla soglia e capisco ancora che la speranza è domanda di pace, è richiesta di giustizia, è grido di dignità. Ma se le porte sono pensate sante solo per entrare e non anche per uscire le cose faranno fatica a cambiare così da avere le...