a cura di Giacomo Canobbio, a cura di Piergiorgio Grassi

Le religioni oltre le frontiere

Osservando la storia religioso-culturale dell’umanità, appare quasi ovvio giungere alla conclusione che non c’è religione senza cultura e viceversa: l’una e l’altra sono inscindibilmente connesse. Questo almeno fino alla modernità occidentale, quando si è pensato che religione e vita civile dovessero essere distinte o separate, benché a uno sguardo attento la stessa modernità occidentale appaia frutto di una particolare religione, quella cristiana.

Editoriale

Sullo “sconfinamento” delle religioni

di Pina De Simone

Nell’annata di «Dialoghi» dedicata al tema delle frontiere, non poteva mancare un numero sulle religioni. Non c’è forse infatti nulla di più adatto a mostrare quella che abbiamo chiamato l’“ambivalenza delle frontiere”.

Le religioni contribuiscono a tracciare i confini, sono principio di identificazione e di orientamento nel reale e, nello stesso tempo, portano in sé una forza di  sconfinamento”, una tensione all’universale e all’assoluto che non si lascia contenere in confini culturali o geografici e che spinge verso l’oltre divenendo, per ciò stesso, principio di incontro possibile tra gli esseri umani.

Le religioni sono principio di identità, lo sono state sicuramente nella storia. Nel loro intrecciarsi alle culture hanno contribuito a definire la fisionomia di vita dei popoli. Sono luogo di elaborazione del senso, spazio di determinazione dei valori che consentono di orientarsi nella realtà. Lo spazio e il tempo della vita degli esseri umani, per secoli e in...

Blog

Il Natale che non c'è

di Luigi Alici
Da tempo, ormai, le strategie di marketing sono cambiate: dopo una concentrazione ossessiva sulle qualità – spesso indifendibili – di un prodotto, si è capito che è più facile vendere sogni che cose. È cominciata così una operazione commerciale in grande stile, che ha messo le mani anche sull’immaginario collettivo del Natale, trasformandolo da una festa in una nuvola, che avvolge gli ultimi due mesi dell’anno dispensando astutamente sensazioni impalpabili e spinte gentili al consumo, magari accompagnate da subliminali sensi di colpa per i più recalcitranti. Per vendere bene il Natale, basta trasformarlo in un’atmosfera. La razionalità calcolante gestisce meglio dietro le quinte i suoi giganteschi volumi di affari, generando un mondo artificiale, più entusiasmante e meno prosaico di quello vero. Nell’epoca del disincanto non è male reincantare alcune isole emozionali, fatte di...