Ambivalenza delle frontiere
La porosità si addice alle frontiere perché è propria della vita, che non sopporta separazioni o settorializzazioni troppo nette. Saper abitare le frontiere, attraversandole, è quello che ci è chiesto nella comprensione della realtà e perché l'umano fiorisca.
L’itinerario assembleare dell'Azione cattolica si presenta come un laboratorio di vita democratica attraverso la partecipazione a una vita associativa ed ecclesiale che promuove l’impegno nella costruzione della città.
La crisi climatica globale mostra le interconnessioni tra i paesi e acuisce il problema delle disuguaglianze. La via d'uscita da percorrere, come è apparso chiaro a Dubai, non può che essere quella del multilateralismo.
Implicando la relazione ad altri le frontiere, come i confini, possono essere uno spazio di arricchimento e di sviluppo oppure un luogo di respingimento e di umana miseria. Il senso dell'umano si gioca non poco nel modo in cui le concepiamo e le viviamo.
Forum
Lo sviluppo dell’IA e la sua rapida diffusione in molti ambiti della nostra vita – dalla politica alla sanità, dalla burocrazia ai media – ha imposto una riflessione profonda ai massimi decisori istituzionali. Senza negarne gli indubbi pregi e le straordinarie possibilità, è altrettanto essenziale pensare la governance di tali strumenti, in modo da garantire i diritti della persona, diminuendo o eliminando distorsioni, sbilanciamenti di potere, scarsa equità.
La cronaca, spesso, provoca la società a rivedere il proprio sistema educativo e l’opinione pubblica interpella la Scuola affinché preveda attenzioni specifiche attorno ad alcune questioni, tra le altre quella dell’affettività e della relazione. Giusto, ma solo se non si pretende di educare aggiungendo ore e se si pensa la Scuola in una rete più ampia di agenzie educative generative.
Recensione a E. Morin, L’avventura del Metodo. Come la vita ha nutrito l’opera
Recensione a A. Scurati, Fascismo e populismo. Mussolini oggi
Recensione a N. La Sala, L’universo narrativo dei social media. Racconto e responsabilità al tempo della rete
A ottant’anni dalla morte di Simone Weil ci sono ancora eredità del suo pensiero? Sì, molte, poiché parla ancora alla nostra intelligenza, provoca la nostra partecipazione, ci convoca ancora sulle tante soglie sulle quali attendere: come quelle della possibilità di una piena giustizia, come quelle della fascinazione del potere e del suo depotenziamento, come quella di un pensare il femminile in modo aperto e decentrato.