Incontrarsi sulle frontiere
La XVIII Assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana, aperta dall’incontro con papa Francesco, ha rappresentato un momento di riflessione e rigenerazione per l’intera associazione. In un contesto sociale sempre più complesso, l’Azione cattolica ha rinnovato l’impegno a vivere il Vangelo attraverso relazioni autentiche e uno stile di vita fraterno, rispondendo alle sfide culturali con coraggio e creatività, nella riscoperta della sinodalità, della vita democratica e dell’impegno missionario.
Nell’era del nucleare e dell’interdipendenza planetaria asimmetrica che esaspera la conflittualità, il principale strumento per risolvere le controversie internazionali non può che essere il negoziato. Oggi ci si può difendere e fare giustizia con mezzi diversi dalla guerra, non soltanto giuridicamente illegittima, ma moralmente non giustificabile neppure come ultima ratio o male minore.
I cittadini degli Stati membri dell’Ue hanno votato fra il 6 e il 9 giugno per il rinnovo del Parlamento europeo. La legislatura che si apre, 2024-2029, potrebbe rivelarsi decisiva per il processo di integrazione: nella linea di una Europa più unita e coesa, oppure nella direzione opposta, nella chiave di un ritorno a pericolosi quanto inconcludenti nazionalismi. Numerose le sfide che si prospettano ai Ventisette, fra cui riforme istituzionali, sicurezza e difesa, economia e “pilastro sociale”, migrazioni, cambiamento climatico, rivoluzione digitale.
Incontrarsi sulle frontiere è una sfida ma anche un invito a riconoscere la frontiera come statuto originario dell’umano. La persona è in se stessa “questione di frontiera”. Si tratta di un cambiamento di sguardo che può dar vita a un cambiamento di paradigma in cui anche la frontiera cambia di segno, trasformandosi in un luogo generativo di interscambio, di mediazione, di partecipazione, di corresponsabilità.
Dalla martoriata Terra Santa, alcune esperienze di incontro tra israeliani e palestinesi la cui interazione resiste anche dopo l’abominevole attacco di Hamas del 7 ottobre scorso e la violenta guerra che ne è scaturita. Perché la pace può essere costruita, nonostante la diffidenza verso l’altro, la paura di chi è diverso, la tendenza a identificare ovunque il nemico.
Dalla martoriata Terra Santa, alcune esperienze di incontro tra israeliani e palestinesi la cui interazione resiste anche dopo l’abominevole attacco di Hamas del 7 ottobre scorso e la violenta guerra che ne è scaturita. Perché la pace può essere costruita, nonostante la diffidenza verso l’altro, la paura di chi è diverso, la tendenza a identificare ovunque il nemico.
Recensione a G. Curciarello, E. Romeo, Viva la parrocchia! La sinodalità vissuta dal basso
Recensione a C. Monge, G. De Simone, La misura mediterranea dell’umano
Recensione a F. Costa, Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano
Per Madeleine Delbrêl il cristiano deve vivere in uno stato di perenne missione. La gioia del Vangelo chiede di essere condivisa anche nei contesti più sfidanti e la vera evangelizzazione non solo trasforma chi ascolta, ma anche chi annuncia. “Possiamo star dritti solo avanzando, muovendoci in uno slancio di carità”: è quella che lei chiama la “spiritualità della bicicletta”.