Celebrata in modalità online a causa della pandemia, la XVII Assemblea nazionale di Ac è stata segno e auspicio per questo tempo, in cui la lontananza fisica non deve far venire meno l’intensità dei legami. Se gratuità, umiltà, mitezza e prossimità sono il mandato affidato da papa Francesco all’associazione, il nuovo Consiglio nazionale dovrà declinarlo nel segno della sinodalità e della missionarietà.
«Non avere paura continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso» (At 18,10). Da questa rassicurazione che il Signore rivolge all’apostolo Paolo durante la sua permanenza a Corinto, ha preso le mosse la XVII Assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana, che ha convocato oltre ottocento delegati chiamati «con responsabilità civica e battesimale a tracciare la rotta del cammino associativo del prossimo triennio»1 . Un’Assemblea nazionale che è già storia e fa la storia: celebrata per la prima volta negli ambienti digitali (tra video chiamate su Zoom e adempimenti da espletarsi sulla scrivania del delegato) e in modalità “diffusa”, ovvero con un programma distribuito in più giorni dal 25 aprile al 2 maggio 2021, nel solco di un tempo che, nella sua singolarità e drammaticità, ha chiesto a tutti e a ciascuno di «ripensare noi stessi e il mondo che vogliamo essere, la società che vogliamo costruire, la Chiesa che vogliamo sognare»2 . E il “ripensare” non fa mai a meno dell’amare. Questa la convinzione che ha vibrato dentro e oltre lo schermo, raggiungendo ognuno nell’intimità della propria casa e della propria storia. Certamente, «adeguarci alla tempesta in cui ci siamo trovati a navigare», ha osservato il presidente nazionale Matteo Truffelli, ha comportato la maturazione di decisioni e scelte quasi obbligate, ma anche queste si sono rivelate un modo per restare fedeli a questo tempo e a questa storia «con passione, con responsabilità e con speranza».
Una passione e una responsabilità che, in assenza degli abbracci fisici, si sono tradotte in “abbracci digitali” che, dando corpo e carne ad ogni parola e ad ogni gesto, hanno raggiunto, forse per la prima volta, ogni singolo socio. Tramite la trasmissione in streaming ognuno ha infatti potuto seguire gran parte dell’Assemblea, entrando virtualmente anche dentro a luoghi particolarmente significativi. Si pensi all’intenso momento di preghiera di martedì 27 arile presieduto dall’assistente generale mons. Gualtiero Sigismondi, che ha riunito tutti nella cappella grande della Domus Mariae, invitando a «sollevare lo sguardo con la lungimirante concretezza dei profeti» e ricordando che «siamo giardinieri, non padroni di questo popolo numeroso che abita le nostre città»3 . Una possibilità che è divenuta anche un modo per ringraziare ognuno per la responsabilità generosa e creativa, che ha «fatto in modo che l’Ac non si fermasse, non tirasse i remi in barca in attesa di tempi migliori», come ha evidenziato Truffelli, «ma continuasse ad essere per... migliaia di bambini, anziani, giovani, adulti, un’ancora e una compagna di strada, una rete di relazioni buone da cui sentirsi sostenuti e custoditi».
Un ringraziamento che si è dilatato nel custodire un “di più” di dolore, commozione, affetto e gratitudine per le tante persone care che il Covid-19 ha portato via e per tutti coloro che hanno sofferto e soffrono a causa della pandemia. A questi ultimi è stata dedicata Sulla stessa barca, serata di approfondimento di giovedì 29 aprile nella quale, insieme a Lucia Vantini, vicepresidente del coordinamento delle teologhe italiane, e al giornalista Alessandro Sortino, si è avuto modo di riflettere, anche grazie ad alcune esperienze, su come l’associazione ha vissuto quell’essere «laici impastati di storia» a cui richiama il Progetto formativo.
Un’Assemblea, dunque, con tutti e per tutti che, in armonia con i tempi e le modalità proprie del digitale, non è venuta meno anche all’accompagnamento e alla valorizzazione dello spazio della preghiera, a cui è stato dedicato un percorso di spiritualità in sei tappe, pensato per essere vissuto sia singolarmente che come gruppo dei delegati all’Assemblea, con momenti di preghiera scaricabili in formato pdf e alcuni videocommenti resi disponibili su YouTube a cura degli assistenti centrali.
Un abbraccio particolare che, al contempo, assume la valenza di bussola e orizzonte, è stato l’incontro di venerdì 30 aprile, che la Presidenza e il Consiglio nazionale uscenti hanno vissuto con papa Francesco. Bergoglio ha ricordato in pochi tratti efficaci il “compito” del nostro essere laici associati. Innanzitutto la nostra azione di discepoli-missionari «appartiene al Signore» e la sorgente della missione risiede nello Spirito. Quali i requisiti per condurre questa azione? Gratuità, umiltà e mitezza «per vivere il servizio, non per occupare spazi ma per avviare processi»4 .
Quest’azione è poi «cattolica» nella misura in cui si fa prossima di tutti, «coinvolge ragazzi, giovani, adulti, anziani, studenti, lavoratori» e continua a sostenere la Chiesa italiana nell’essere «generatrice di speranza».
Impegnativo, come da tradizione, il lavoro di confronto sul documento assembleare che, nelle mani del neoeletto Consiglio nazionale, troverà la sua sintesi e traduzione definitiva in orientamenti e scelte concrete, ma dal quale emergono già alcuni orizzonti imprescindibili. Centrale appare, ad esempio, l’impegno a non fuggire il tempo in cui siamo immersi, ma a viverlo e comprenderlo pienamente nell’ottica di una «prossimità concreta verso chi fa più fatica, chi è escluso, chi rischia di rimanere ai margini»5 . Un secondo tassello, chiaro e ampiamente delineato, vede l’Associazione confermare e rinnovare il suo impegno al servizio della sinodalità e del magistero di papa Francesco, seguendo il quale «l’Ac si sente chiamata a dare forma e sostanza a comunità ecclesiali “in uscita” e a comunità civili solidali ed inclusive, vivendo e proponendo un’esperienza ecclesiale in cui le dinamiche del ritrovarsi e del crescere insieme, del progettare e del donare in modo condiviso, diventano lo stile ordinario per gli aderenti»6 . Tra le scelte che guardano al futuro sarà responsabilità comune di tutta l’associazione «riscoprire, ridire e riconfermare [...] la scelta religiosa come scelta fondamentale per la vita associativa»7 . Una scelta che orienta e sostanzia tutte le altre (la centralità della vita, la corresponsabilità, la partecipazione attiva alla Chiesa locale, la popolarità, la scelta democratica ecc.), favorendo occasioni di confronto e approfondimento libero, sereno e consapevole, per rileggere costantemente tale opzione alla luce della contemporaneità. La capacità di leggere e rispondere alle repentine trasformazioni di quest’ultimo anno «ci dice quanto sia importante continuare ad investire nella formazione, nella consapevolezza che è possibile attuare dei cambiamenti se si vive un percorso educativo che coinvolga l’intera comunità»8 , bambini e ragazzi inclusi. La XVII Assemblea nazionale ha infatti accolto e approvato la mozione dei delegati dell’Acr, che hanno chiesto l’inserimento del loro contributo all’interno di quello degli adulti e dei giovani dell’associazione.
Per la prima volta, una parte del documento assembleare è scritta dai piccoli dell’Ac, che durante i giorni dell’assemblea hanno “scoperto” e “vissuto” la bellezza della sinodalità, pronti a riempire nuovamente: l’ascolto degli «amici che si comportano come degli sbruffoni e degli antipatici perché vogliono comunicarci [...] un disagio»; il noi, «perché nonostante le distanze dovremmo riprenderci le abitudini perse: farci prossimi, essere gentili, spontanei»; la Chiesa, «perché molte persone si sono allontanate con la pandemia [...]. Vogliamo riempire questo luogo speciale perché ci aiuta a relazionarci con Dio e con le altre persone»; la scuola, «l’unico luogo dove al momento possiamo incontrare gli altri, i nostri amici e vivere la fraternità»9 . Anche grazie a quest’ulteriore e prezioso passo in avanti nel contributo dei ragazzi alla vita dell’Ac, l’Assemblea ha indubbiamente tracciato orizzonti e strade significative e altamente sfidanti. Ora tocca a questo popolo un nuovo slancio di passione, creatività, intelligenza e coraggio per continuare questa «Chiesa bellissima», «per farla crescere nella linea dello Spirito Santo, per trasformarla secondo il progetto del Regno di Dio»10.
Sarà vera Assemblea è il titolo di copertina del numero 2/2021 di «Segno nel mondo». Anche il trimestrale dell’Azione cattolica ha dedicato ampio spazio alla XVII Assemblea nazionale dell’associazione, con un’ampia riflessione del presidente Matteo Truffelli, una presentazione dell’evento, il percorso verso l’Assemblea nelle regioni con le voci di alcuni delegati regionali, la presentazione di figure come Armida Barelli e il beato Rosario Livatino, testimoni esemplari per un tempo di passaggi e cambiamenti anche in Ac.
Anche nel numero 3/2021 di «Segno nel mondo», in uscita per l’estate, proseguirà la riflessione sul futuro dell’associazione, con un’intervista al nuovo presidente nazionale e la presentazione della nuova Presidenza, all’inizio del cammino per il prossimo triennio.
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