Di fronte alle sfide dell’oggi è urgente cercare un paradigma che disegni una nuova economia basata su un’antropologia integrale. Toniolo può essere un maestro e un ispiratore per quanti desiderano costruire sistemi economici giusti ed equi e società più fraterne e solidali.
Un distillato del pensiero dell’economista Giuseppe Toniolo. Potremmo definire così l’ultimo volume di mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino-Foligno. Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica è il titolo di questa summa che condensa in 23 capitoli buona parte dell’opera omnia dell’«economista di Dio»1 , beatificato nell’aprile del 2012, e a cui il vescovo Sorrentino ha dedicato negli anni molti dei suoi studi e della sua bibliografia.
Il pensiero economico di Toniolo, descritto con dovizia di particolari e stralci antologici dal vescovo, è riassunto in una delle sue opere più famose: il Trattato di economia sociale. Formato da cinque volumi, il Trattato fa emergere la caratura dello studioso sincero e aperto che dialoga e che cerca, in una prospettiva acutamente interdisciplinare, di arrivare a sviscerare le questioni e a proporre una propria chiave di lettura efficace per interpretare la realtà.
L’intento di Sorrentino in questo libro è duplice: da una parte non far dimenticare una figura di accademico molto importante nella vita italiana di fine Ottocento/primi del Novecento (soprattutto all’interno del laicato cattolico), che nonostante abbia scritto e pensato la realtà in anticipo rispetto ai suoi contemporanei, è stato messo ai margini della scienza economica e obliato dai più; dall’altra evidenziare le lacune e le carenze del pensiero economico attuale, emerse in tutta la loro problematicità negli ultimi quindici/venti anni, a partire dalla crisi economico-finanziaria del 2007-2008 fino alla recente pandemia da Covid-19. L’obiettivo del discorso è quello di sollecitare gli studiosi di economia e i governanti di ogni livello a prendere atto – e prima ancora coscienza – dei problemi, delle disuguaglianze, delle povertà della società odierna, così da tornare a confrontarsi con i fondamenti e le strutture primarie della scienza economica.
Toniolo può essere considerato a tutti gli effetti il maggiore esponente del pensiero cristiano-sociale tra Otto e Novecento e la chiave di volta della sua visione è tutta racchiusa nel rapporto intrinseco fra etica ed economia. Nato a Treviso nel 1845, si laurea in giurisprudenza a Padova nel 1867 dove rimane, nello stesso ateneo, in qualità di assistente fino al 1872. Si trasferisce, successivamente, prima a Venezia, dove insegna economia politica, poi a Modena e infine a Pisa, quale docente universitario ordinario, incarico che occupa fino alla sua morte, avvenuta nel 1918.
Il periodo storico nel quale Toniolo vive e in cui comincia la sua attività è pieno di grandi fermenti politici, religiosi e culturali: da una parte il pensiero marxista, che spostava l’attenzione sulle condizioni delle masse proletarie, denunciandone le disagiate condizioni di vita e di lavoro; dall’altra la teoria classica, con le sue idee di utilitarismo e di liberismo economico, arrivava a qualificare come dannoso per la stabilità qualunque intervento esterno che potesse influire sull’azione delle componenti macroeconomiche e sull’autoregolamentazione del mercato; è in questo contesto che viene promulgata da papa Leone XIII l’enciclica sociale più famosa, la prima del corpus della Dottrina sociale della Chiesa: la Rerum Novarum, con la quale la Chiesa prende ufficialmente posizione in merito alla situazione operaia e lavorativa di quel tempo.
Ed è proprio in quegli anni, a ridosso del 1900, che Toniolo sviluppa una sua personale teoria, anche sociologica, che vede il prevalere dell’etica e dello spirito cristiano sulle dure e spesso anti-umane leggi dell’economia. Propone, quindi, una soluzione del problema sociale – che rifiuta sia l’individualismo del sistema capitalista che il collettivismo esasperato propugnato dal socialismo – attraverso la creazione di corpi intermedi, vere e proprie “corporazioni” di padroni e lavoratori organizzate gerarchicamente e riconosciute dallo Stato. Scrive Toniolo che «l’economia è un’attività dell’uomo. Per capire l’economia, e anzi tutta la vita sociale, è necessario considerare come tutto intero l’uomo e così le sue idee, le sue opinioni, i sentimenti e le passioni del cuore umano debbano necessariamente trovare il loro posto nella formula complessiva della vita sociale» (p. 14).
Nei suoi scritti, inoltre, egli introduce numerose proposte di azione e di riforma: dal riposo festivo alla limitazione delle ore lavorative, dalla difesa della piccola proprietà terriera e industriale alla tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli. Partendo da tali premesse, Toniolo ha saputo elaborare in quegli anni una dottrina economica che presenta ancora aspetti di notevole validità, come la valorizzazione della cooperazione e delle piccole imprese e la partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa.
Tale pensiero – definito poi semplicemente solidarismo – si propone l’intento di offrire una cosiddetta “terza via” e di sviluppare posizioni specifiche e innovative circa il ruolo delle istituzioni intermedie e le loro relazioni con lo Stato. «Lo Stato, dunque, lungi dall’identificarsi con la società e totalizzarla, è uno strumento e una funzione di essa. Il che non gli toglie importanza. Anzi. Toniolo sosta a lungo sui caratteri e i compiti dello Stato, distinguendo tra la sua funzione giuridica e quella sociale-civile, volta a coadiuvare il progresso umano-sociale. Il tutto sempre finalizzato al bene comune e ciò non senza un preciso risvolto economico» (p. 77). In tale visione lo Stato è visto come fondamentale nella regolazione dei processi economici e centrale è anche il ruolo delle associazioni professionali. In assenza di istituzioni intermedie, infatti, in un sistema capitalistico puro, industrializzazione e laissez-faire causano instabilità economica, conflitti di classe e tensioni rivoluzionarie.
La proposta tonioliana attribuisce, invece, ai corpi intermedi della società un ruolo primario nella definizione dei meccanismi di allocazione delle risorse. È in quest’ottica di cambiamento – attraverso un processo di trasformazione dell’uomo stesso a partire dalla sua interiorità – che sono viste con favore e quali motori per il rinnovamento sociale tutte quelle istituzioni mediane che si pongono tra l’individuo e lo Stato (corporazioni, associazioni professionali e unioni di commercio) nonché l’iniziativa individuale, a partire dal basso, dei singoli soggetti. Come ha avuto modo di spiegare mons. Sorrentino presentando il volume, oggi «nel mondo del mainstream economico e accademico mondiale vengono riscoperte domande che sono esattamente quelle poste cento anni fa dal Toniolo: la tematica dell’etica dell’economia, della solidarietà, degli ultimi, del rapporto tecnologia e umano, del ruolo dello Stato nell’economia»2 .
Tutti temi che l’economista aveva posto allora con sguardo profetico e che oggi tornano di attualità.
Quella di Toniolo resta, quindi, una figura da conoscere e a cui accostarsi se si vuole modificare profondamente l’attuale sistema economico e di produzione (malato ormai da tempo), a cui non importa nulla di investire in istruzione, formazione, sanità pubblica, ricerca, sviluppo; un sistema che continua a consumare risorse e ad inquinare l’ambiente e che rende meno dignitoso il lavoro favorendo disuguaglianze, sfruttamento e precarietà.
Toniolo, al contrario, con la sua capacità di lettura profetica della realtà, ispira a guardare a un modello migliore, a quell’idea di umanità integrale che tenga conto di tutti i fattori in gioco e che si ispira oggi al paradigma dell’ecologia integrale richiamato da papa Francesco e propugnato dall’iniziativa Economy of Francesco (spesso richiamata nel libro).
Il professore pisano «è stato sentinella dell’umano in economia, profeta inascoltato delle nostre possibilità e delle nostre sventure. A poco più di un secolo dalla sua morte è forse venuto il momento di instaurare un dialogo con il suo pensiero di scienziato e di credente» (p. 333), per un serio e profondo ripensamento dell’economia sia nella teoria sia nella pratica.
Note
1 Si vedano anche del medesimo autore i libri: L’economista di Dio. Giuseppe Toniolo, Ave, Roma 2012 e Giuseppe Toniolo. Una Chiesa nella storia, Vita e Pensiero, Milano 2012.
2 Cfr. secondotempo.cattolicanews.it.
IL LIBRO
D. Sorrentino, Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica, Vita e Pensiero, Milano 2021.