Coltivare l’umano nell’economia e nel lavoro: la Fondazione Lavoroperlapersona

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Un approccio educativo e integrato al lavoro consente di porre la persona al centro di ogni attività economica. L’esperienza di Lavoroperlapersona promuove iniziative e riflessioni che coinvolgono generazioni differenti, mettendo insieme giovani e professionisti per la promozione di una cultura del lavoro sostenibile.

I tempi che viviamo rendono molto difficile prendersi cura delle varie dimensioni dell’umano. Tra queste dimensioni, quella del lavoro soffre in modo particolare. Se è vero che nel dibattito pubblico esso sembra essere al centro dell’agenda politica e sociale, a uno sguardo più attento il lavoro è troppo spesso messo ai margini: così facendo, in verità, il suo valore viene impoverito e, con esso, la dignità della persona. Addirittura, il lavoro – nella sua dimensione di “diritto” – è posto in conflitto con altri diritti dell’uomo, come la salute, l’educazione o la cultura. Evidentemente è una falsa contrapposizione, testimonianza di quella marginalizzazione che da decenni lo affligge. Per questo è importante recuperarne il senso più autentico, investire in percorsi educativi e culturali capaci di valorizzarne la sua pedagogia per piccoli, giovani e adulti.

Il lavoro, infatti, non può essere ridotto a mero “strumento di produzione” per conquistare un salario o a semplice mezzo per ricercare tornaconto individuale o posizioni di potere. Insomma il lavoro non può ridursi a strumento per consumare o ricercare vie di successo per sonale. Sono interpretazioni del lavoro che nascono, a ben vedere, dall’idea di economia che abbiamo scelto e che ci guida in ogni aspetto della nostra vita. In questo modo, però, il lavoro è mercificato e la dignità della persona annullata. Insomma, se economia significa – dal greco – “amministrare la casa”, la nostra amministrazione non è stata delle migliori: le crescenti diseguaglianze sociali, l’impoverimento dei contenuti di numerosi lavori, l’esclusione di una enorme parte della popolazione mondiale da un livello di vita dignitoso e lo sfruttamento eccessivo del pianeta contribuiscono a mettere a repentaglio le fondamenta stessa della nostra vita.

Bisogna, allora, assumere con decisione il significato originario della parola οἰκονομία come “cura” – e non solo come “amministrazione” – dello spazio che viviamo e che, proprio per questo, ci è più proprio. Questa riflessione non può non chiamare in causa il luogo in cui economia e lavoro si incontrano, cioè l’impresa, i cui protagonisti (imprenditori e manager) sono troppo spesso preoccupati di offrire dividendi ai propri azionisti o di aumentare gli utili, più che immaginarsi fonte di nutrimento per la società (che la abita) e per il territorio (che la ospita). Così, da luogo generativo di benessere e felicità, occasione di incontro e costruzione di relazioni, l’impresa può diventare occasione di sofferenza, di disuguaglianze, di ricchezza per pochi.

L’esigenza di un “lavoroperlapersona”

C’è un gran lavoro da fare, dunque, per rigenerare l’economia e il lavoro. In questa prospettiva ripartire dal “lavoroperlapersona” può essere una buona strada da percorrere per contribuire a disegnare una visione più equa, giusta e sostenibile della società. Si collocano in questa cornice le attività della Fondazione Lavoroperlapersona (www.lavoroperlapersona.itinfo@lavoroperlapersona.it). Ma perché “lavoroperlapersona” scritto tutto attaccato?

Il nome di questa organizzazione no-profit con personalità giuridica – nata nel 2011 con sedi a Offida (Ap) nel Piceno e operativa anche a Roma – racconta di due valori, la persona e il lavoro, due beni che sono collocati però in una gerarchia di senso e di orizzonte: non è la persona ad appartenere al lavoro, ma il lavoro ad essere al servizio della persona. Una gerarchia che potrebbe apparire scontata ma che invece, come sappiamo, ha bisogno di essere, oggi più che mai, sollecitata e riaffermata.

Il lavoro è espressione della persona (uno dei claim che usiamo), ma non ne esaurisce la ricchezza, una ricchezza che va oltre e lo supera. La persona è oltre la dimensione del lavoro eppure, paradossalmente, la sua pienezza può essere conquistata anche attraverso di esso. È proprio con il lavoro, infatti, che arricchiamo, impreziosendola, la nostra identità e doniamo i nostri talenti per trasformare la società e migliorare il mondo che abitiamo; è sempre con il lavoro come atto creativo che realizziamo le condizioni per accrescere benessere per noi e per gli altri; lavorando tessiamo relazioni e costruiamo legami che diventano poi solidarietà, vicinanza, fratellanza; con il lavoro inoltre prepariamo un futuro – che vorremmo sempre più accogliente – per le generazioni che verranno.

La Fondazione offre il suo contributo per costruire già oggi questo futuro, aggregando – in modo partecipativo e con un approccio interdisciplinare – persone, organizzazioni e imprese, istituzioni e cittadini al fine di coltivare, sviluppare e diffondere una cultura del lavoro rispettosa della persona. Il suo obiettivo è progettare e facilitare la costruzione di luoghi di lavoro capaci di generare benessere. La Fondazione vuole, dunque, partecipare attivamente al più esteso processo culturale, educativo e organizzativo che sostiene la necessità di un cambio di paradigma nell’economia, assumendo a riferimento la sostenibilità e la cura dell’umanità. È in questa cornice che deve fiorire il lavoro e il suo senso più autentico come bene irrinunciabile e insostituibile, fondamento di democrazia e civiltà. Lavoroperlapersona, allora, è molto più di un’idea e di un nome: è un compito, una missione che la Fondazione che ne porta il nome ha assunto con fiducia e determinazione.

Educare al lavoroperlapersona per cambiare l’economia

La missione della Fondazione non è dunque semplice ma, per i motivi ricordati, necessaria ed estremamente attuale. Essa viene perseguita con l’impegno in tre campi principali di attività: la promozione culturale e sociale, l’educazione e la ricerca, attraverso un approccio interdisciplinare e inclusivo. Recuperare tutte le dimensioni del lavoro, infatti, richiede di integrare anche tutte le dimensioni dell’umano, per esaltare il valore dell’integralità della persona a partire dal suo statuto di soggetto-in-relazione e contro la prospettiva, e le sue numerose articolazioni, che lo vorrebbe piegare e ridurre entro ambiti ristretti o parziali. Per questo la Fondazione ha a cuore la finalità di coltivare l’umano nell’economia e nel lavoro, proprio nel senso di voler prendersi cura dell’uomo nella sua integralità, nessuno escluso e quindi anche dei più fragili che diventano periferia della società, dell’economia e del lavoro.

Le attività della Fondazione Lavoroperlapersona, dunque, intrecciano linguaggi, registri e modalità espressive diverse e si rivolgono a bambini e ragazzi, giovani e adulti, studenti e lavoratori, educatori, ricercatori e genitori, impiegati, occupati o persone in transizione, manager e imprenditori, artigiani, cooperatori e freelance. Educhiamo tutte le fasce di età – dalle scuole primarie fino alle università – al senso del lavoro e al suo significato attraverso laboratori, giochi e altre iniziative – sia in presenza che a distanza – progettati e organizzati dal team che gestisce i laboratori didattici Museo “Aldo Sergiacomi” (LaDiMAS), scultore offidano scomparso alla fine del secolo scorso.

L’attività culturale – ancora più vivace e intensa in questo periodo di distanziamento sociale – è costruita su un palinsesto che prende forma attraverso webinar e seminari, workshop e conferenze, produzione di film e video aperti a tutti coloro che vogliono approfondire, insieme a noi, le tematiche poste sia dalla nuova grande trasformazione del lavoro sia quelle relative a un’economia e una società in transizione.

L’impegno culturale trova una fonte di straordinaria ricchezza nell’impegno della Fondazione nella ricerca. Tra le numerose iniziative vanno segnalate una summer school per giovani ricercatori sui beni relazionali, un premio di laurea rivolto ai neolaureati magistrali, una collana di volumi con l’editore FrancoAngeli e un centro di ricerca (www.ricerca.lavoroperlapersona.it) attualmente attivo su quattro aree di interesse: le vecchie e nuove fragilità nel lavoro, le policy che segnalano la visione del lavoro e le sue mutazioni nel contesto legislativo e di indirizzo normativo, le generazioni e il loro approccio al lavoro e le condizioni e le dinamiche attraverso cui la cittadinanza nel lavoro prende forma.

Da qualche anno, poi, ha preso avvio un progetto particolare che può sintetizzare efficacemente l’impegno dell’organizzazione. Grazie al recupero di una vecchia chiesetta nella città di Offida, ora affidata in gestione alla Fondazione, si è deciso di trasformarla in uno spazio – chiamato FUTUROanteriore – in cui le diverse generazioni possono ritornare a incontrarsi e costruire, tra loro, legami di solida accoglienza, esperienze di storie, valori e competenze che si fanno eredità, progetti generativi.

Teorie e pratiche in cammino

Come concludere questo breve racconto di un progetto dedicato al lavoroperlapersona? Ci viene di rispondere con un auspicio: che questo tempo segni una svolta, anche valorizzando gli apprendimenti fatti con la pandemia, per realizzare con coraggio e passione pratiche e percorsi di umanizzazione nel lavoro e nell’economia. La cura dell’umano nell’economia e nel lavoro può trovare ispirazione nel cominciare a pensare all’interesse non solo come profitto o tornaconto personale, ma come “inter-esse”, un “essere-tra”, uno spazio relazionale che genera numerosi beni. La sfida, allora, sarà quella di promuovere una società in cui tessere la cura del bene comune, per costruire un orizzonte di felicità e benessere che includa la dimensione personale degli individui. Ricostruire un “noi”, dunque, anche nell’economia e nel lavoro per rigenerare la società.