Migrazioni ai margini
Gli individui si sono sempre spostati alla ricerca di un ambiente propizio alla sopravvivenza o al miglioramento delle proprie condizioni di vita. La migrazione è pertanto al cuore dell’esperienza umana, come emerge nelle grandi narrazioni mitologiche e religiose: la migrazione si inserisce in un disegno divino, che consente di incontrare la propria umanità e quella degli altri, di cogliere il significato della propria esistenza e di intraprendere un percorso che avvicina al divino, grazie all’attraversamento di frontiere materiali e immateriali.
Incontrarsi sulle frontiere
«In un mondo in cui la vita sa così bene congiungersi alla vita, un mondo in cui i fiori si mescolano ai f iori nel letto stesso del vento, e in cui il cigno conosce tutti i cigni, solo gli uomini fabbricano la propria solitudine»1: così scrive Antoine de SaintExupéry, in un suo piccolo capolavoro, oscurato dal meritato successo de Il Piccolo Principe. In un universo assimilato a un giardino in cui lo stesso vento accarezza tutti i fiori, perché gli umani consumano inspiegabilmente tante energie distruttive per fabbricare la propria solitudine?
Ambivalenza delle frontiere
«L’ uomo è organizzatore dello spazio», scriveva negli anni Settanta del Novecento l’etnologo André Leroi-Gourhan1 , esprimendo con queste poche ed incisive parole una delle caratteristiche culturali più evidenti nell’umanità di tutti i tempi: dare ordine all’esistente ispirandosi, innanzitutto, a criteri spaziali. A ben guardare, lo spazio è lo scenario unificante per eccellenza, scelto da noi uomini come criterio operativo tutte le volte che ci proponiamo di dare ordine alle cose che ci circondano, in special modo quando esse appaiano collegate da relazioni fisiche o culturali.
Democrazia e poteri
Da diverso tempo la nostra democrazia appare affaticata, incurvata dal peso di una serie di dinamiche culturali, sociali, politiche e istituzionali che rischiano di metterne in discussione la capacità di tenuta. Nel suo complesso, e malgrado significative e non rare eccezioni, la classe politica appare sempre più autoreferenziale e sempre meno attenta alla grammatica istituzionale.
Il sogno della fraternità universale nell'incontro tra Vangelo e politica
«Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!» (Ft 8). È «il nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale» (Ft 6) che papa Francesco invoca con la sua Enciclica Fratelli tutti1 . È il sogno di un vero incontro tra il Vangelo e la politica, quell’incontro che richiede oggi una scoperta adeguata del valore della fraternità universale da comprendere come un’altra faccia dell’amore.
Cristiani e politica La logica evangelica seme per il bene comune
Finito il tempo dei collateralismi (e degli integrismi), in che modo il Vangelo può illuminare oggi le scelte politiche?
L’uso politico della religione
Una riflessione sull’uso politico della religione e la sua inevitabile strumentalizzazione si rende necessaria in tempi che vedono fenomeni di questo tipo diffusi in tutto il pianeta, al punto da apparire quasi strutturali. Fenomeni che suscitano maggiori attenzioni quando sorgono o si trasformano in movimenti politici che si richiamano esplicitamente alla religione nel loro agire e creano condizioni di chiusura, di conflitto e di esclusione. Con rischi evidenti di frammentazione interna e di destabilizzazione anche internazionale.
Hindutva. Un’ideologia religiosa nel paese di Gandhi
Vegetarianism and Gau Mata: Instrumentalizing Hinduism and Mainstreaming Hindutva
Cultura politica cercasi
La campagna per l’elezione del nuovo Parlamento italiano (settembre 2022) è ormai alle spalle. Ma non sembra superfluo rievocarla, insieme con gli eventi ad essa successivi, perché l’una e gli altri sono rivelatori della non esaltante qualità culturale del quadro politico nazionale – e della classe dirigente che ne è interprete –, da tempo denunciata sia dagli analisti sia dal cittadino medio, a prescindere dalle diverse e legittime posizioni politiche personali.