Tra crescita e decrescita, ricchezza e povertà
Viviamo in un mondo in cui negli ultimi duecento anni sono stati compiuti progressi veloci, diverse nazioni sono uscite da stati di arretratezza di sviluppo economico, la tecnologia sta rivoluzionando l’impresa e il lavoro. Mentre guardiamo con apprezzamento i risultati raggiunti, ci chiediamo, però, se davvero viviamo nel migliore dei mondi possibili oppure se abbiamo bisogno di sguardi diversi, di nuovi modelli di sviluppo.
La promessa (o l’illusione) di una scuola democratica
Nel contesto italiano possiamo parlare in senso proprio di scuola democratica solo con l’avvento della Costituzione repubblicana (1° gennaio 1948). Dall’unità nazionale (1861) alla fine del fascismo la «questione scolastica» si era via via posta sotto altre prospettive. Vediamo rapidamente.
Il futuro: tra promesse e illusioni
Riflettevamo sul n. 4 del 2018 di «Dialoghi» intorno alla tentazione prometeica di Farsi Dio, di superare la fragilità intrinseca dell’umano, scomporlo e ricomporlo per adulterarlo, ripensarlo in forme diverse da quelle dateci da Dio, allargare il perimetro del nostro limite «umano, troppo umano». Ma proprio Nietzsche, probabilmente l’interprete più emblematico della crisi spirituale del Novecento, ci ricorda che Dio è morto e che l’abbiamo ucciso noi.
Farsi Dio
Ecumenismo dopo Lund
Sessantotto. L'utopia tradita?
Territorio, territorialità e territorializzazione
Sui concetti di territorio, territorialità, territorializzazione, in questi ultimi venti anni troviamo una crescente attenzione degli analisti e dei cultori di scienze sociali, ma anche degli studiosi attenti ai mutamenti della politica. Il primo termine indica uno spazio geografico definito da precisi confini, mentre gli altri due indicano piuttosto i processi e le dinamiche di carattere sociale e culturale che in quello spazio si verificano. Tra i tanti studiosi segnalo Aldo Bonomi, che al tema ha dedicato gran parte delle sue ricerche1 .
Azione cattolica e azione politica
Nel discorso tenuto il 30 aprile 2017, in occasione della celebrazione di apertura del centocinquantesimo anniversario della fondazione dell’Azione cattolica, papa Francesco, dopo aver ricordato la «storia bella e importante» che l’ha contraddistinta, ha esortato l’associazione a non rinchiudersi nell’«autoconservazione», ma a «fare memoria» autentica attraverso la rinnovata responsabilità di «gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo».
La cura della vita democratica e la partecipazione
L’Azione cattolica italiana ha un interesse strutturale a promuovere la «cura della vita democratica e la partecipazione». Ciò nasce dalla sua stessa missione. Nell’art. 11 dello Statuto leggiamo a questo proposito che l’Azione cattolica italiana «intende realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica».