Dossier

Della vita e della morte

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Un filosofo-zoologo come Helmuth Plessner ha definito il Novecento come il secolo connotato dalla vita, considerando questa come la parola redentrice di quel secolo. Ma accanto a lui c’è anche chi lo ha pensato come un tempo oscuro e contrassegnato solo dai peggiori eventi che l’umanità abbia mai conosciuto e, quindi, un secolo di morte.

Scienza e futuro

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Dossier - Scienza e futuro

Riflettendo sulle vie che portano alla verità, così scrive Platone (Fedone, 85 C-D): «Trattandosi di questi argomenti, non è possibile se non fare una di queste cose: o apprendere da altri quale sia la verità; oppure scoprirla da se medesimi; ovvero, se ciò è impossibile, accettare fra i ragionamenti umani quello migliore e meno facile da confutare, e su quello, come su una zattera, affrontare il rischio della traversata del mare della vita; a meno che si possa fare il viaggio in modo più sicuro e con minor rischio su più solida nave, ossia affidandosi ad una divina rivelazione».

Cristiani ed ebrei

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Perché un Dossier dedicato al rapporto tra cristiani ed ebrei? Di fronte al riemergere di atteggiamenti antisemiti sembra utile prendere consapevolezza del cammino compiuto nelle relazioni tra gli appartenenti alle due religioni. Conoscere la storia serve non solo a purificare la memoria, riscoprendo origini comuni, ma pure a elaborare antidoti nei confronti di risorgenti contrapposizioni.

Cosa ci fa comunità?

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Cosa ci fa comunità? Quando abbiamo programmato questo Dossier non avremmo mai pensato che questa domanda potesse risuonare con tanta intensità nelle nostre giornate, nell’ordinarietà dei comportamenti e dei gesti. La situazione surreale in cui si trova il nostro paese a motivo del diffondersi dell’epidemia ci spinge a chiederci ancora di più: che cosa ci tiene insieme? A partire da che cosa possiamo sentirci una comunità, da che cosa nasce la trama di relazioni che ci identifica e ci consente di riconoscerci?

Corpo e salvezza

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Ammaestrato, addomesticato, educato, il corpo umano resta il medium più potente, la “tunica di pelle” che porta i segni – le stigmate – della dominazione o della liberazione. E si fa linguaggio. Perché il corpo, tutto il corpo, non soltanto la lingua, parla. Dice chi siamo e chi vorremmo essere. Quali sono le nostre ferite e le cicatrici. Quali i tentativi di rimodellarlo, di nascondere o di annullare, come in un’opera barocca, il trionfo del tempo e del disinganno.

Il potere della comunicazione

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Papa Francesco, nel suo Messaggio alla 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, coglie bene un tratto caratteristico e peculiare del nostro tempo, quando ci avverte che «l’ambiente mediale oggi è talmente pervasivo da essere ormai indistinguibile dalla sfera del vivere quotidiano».

Tra crescita e decrescita, ricchezza e povertà

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Viviamo in un mondo in cui negli ultimi duecento anni sono stati compiuti progressi veloci, diverse nazioni sono uscite da stati di arretratezza di sviluppo economico, la tecnologia sta rivoluzionando l’impresa e il lavoro. Mentre guardiamo con apprezzamento i risultati raggiunti, ci chiediamo, però, se davvero viviamo nel migliore dei mondi possibili oppure se abbiamo bisogno di sguardi diversi, di nuovi modelli di sviluppo.

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